Kos: un viaggio attraverso la storia e la cultura

Kos: un viaggio attraverso la storia e la cultura

8 apr 2021 17:38

di Nessie Viaggi

in Europa

Nell’articolo precedente Dorian Cara vi ha portato in un viaggio nell’isola di Kos. Kos però non è solo mare, la sua storia è raccontata dalle dominazioni che sono passate da qui e che hanno lasciato interessantissimi siti monumentali. Del periodo greco abbiamo già citato l’imperdibile sito con il tempio di Esculapio a cui aggiungere l’Odeion, mentre l’epoca bizantina i resti della basilica posta sulla spiaggia di Santo Stefano. 

Non bisogna però perdere l’occasione di visitare le due fortezze costruite dai cavalieri ospitalieri di Rodi, che ricordano l’epoca medievale: il castello di Neratzia, al centro della città di Kos affacciato sul mare, e quello di Antimachia, tanto solitario quanto maestoso, anche per le dimensioni, posizionato su un pianoro sopraelevato a ridosso di Kardamaina, nonché vicinissimo all’aeroporto. Ricostruiti entrambe verso il XV secolo, su preesistenti architetture militari bizantine trasformate dai Veneziani dominano, il primo, la costa nord dell’isola e il secondo, la costa sud. Un altro castello, quello di Pyli, posizionato sulla catena montuosa sud orientale, raggiungibile con una faticosa ma ripagante camminata, sovrasta l’intera isola che da qui è visibile nella sua interezza, insieme alle altre diverse isole che la circondano.

E poi c’è Kos, città piacevolissima da girare a piedi, dove non mancano piazze, passeggiate in riva al mare, vie con locali, ristoranti dove pasteggiare a tzatziki e pastitsio, o per fare shopping.

Da non perdere la visita al castello raggiungibile attraversando l’antico ponticello in pietra, anche se l’imponenza della struttura la si apprezza maggiormente costeggiandone con una bella passeggiata attorno al perimetro, sui lati che si allungano verso il mare.

Tappe d’obbligo, oltre al famoso cosiddetto Platano di Ippocrate nell’alberata e rilassante Plateia Platanou, sono le architetture lasciate dalla dominazione italiana per circa trent’anni da 1912 al 1943. Insieme all’inizio degli scavi archeologici a Kos le principali opere rimaste e ammirabili sono il Mercato delle Erbe di Market Agorà, costruito tra 1934 e 1935 dal triestino Rodolfo Petracco, dopo il devastante terremoto del 1933 che distrusse buona parte dell’isola.

L’impronta stilistica italiana, che richiama uno stile tra il razionalista e l’orientaleggiante è richiamata dalla ex Casa del Fascio di Armando Bernabiti, sempre eseguita insieme ai vicini cinema e dopolavoro entro il 1935, e l’elegante Palazzo del Governo, oggi Town Hall, realizzato da Florestano Di Fausto tra 1927 e 1929, importante architetto molto attivo nel Dodecaneso, soprattutto a Rodi. L’edificio non passa inosservato per la sua cromia bianchissima, lo stile esotico, e per essere punto di riferimento visivo sul mare blu, vicino al castello.

Nota storica da non dimenticare: nell’ottobre del 1943 l’isola fu invasa dalle truppe tedesche sbaragliarono i soldati italiani, uccidendone 103: tragica memoria storica ricordata come “Eccidio di Coo”.

Del periodo ottomano, che parte dalla conquista del 1525 e durerà per quattro secoli, rimangono la porta Gazi e le moschee Gazi Hassan in piazza Sycamore e quella Defterdar Hadji in piazza Elefhterias, il cuore del centro storico di Kos.

Kos si racconta anche nei quartieri ebraico, cristiano e turco, in cui bello perdersi tra vicoli caratteristici, buganvillee e acciottolati antichi. Tra le diverse chiese presenti nella città di Kos, forse quella meglio conservata, è quella bizantina di San Ioannis Prodromos, posta in un luogo non particolarmente poetico, il cimitero, ma merita per l’architettura e la presenza di pregevoli affreschi.

Se poi volete farvi una nuotata in città e godere del sole, le due spiagge cittadine, quella di Lambi a nord e quella di Psalidi a est, vi garantiranno piacevoli momenti, magari accompagnati con la degustazione nelle vicine taverne di un piatto di pesce o di formaggi come il galomyzithra ed il xinomyzithra, o la torta mizithra, fatta con formaggio fritto servito con miele e cannella. Un bicchiere di ouzo non può mancare, e per i più golosi non si perdano i loukoumades o sarsoymades, ma soprattutto una delle crepe da asporto di Crepa-Crepa!

Kos è caleidoscopio di storia e colori e il suo vento dolce rimarrà indimenticabile e conturbante per chi desidera abbandonarsi al silenzio, ai pensieri e all’infinitezza, in un ideale rifugio per la contemplazione.

Dorian Cara

Storico e critico d’arte da più di trent’anni impegnato nell’attività di valorizzazione del patrimonio culturale e storico-artistico italiano ed estero, attraverso progetti di tutela, catalogazione, ricerca scientifica, campagne fotografiche ed iconografiche di beni culturali. Ha collaborato e collabora con numerosi enti pubblici e privati. Dal 2000 organizza viaggi culturali in Italia e all’estero, attraverso la sua collana “I Viaggi di Dorian Cara”, specializzata nel Sud Italia, Balcani e Russia, Turchia, Medio Oriente, i paesi del Caucaso, Iran ed Uzbekistan, India del Nord. Dal 2016, in qualità di co-fondatore dell’associazione culturale InChiostro. Itinerari e incontri d’Arte, gestisce la valorizzazione e promozione del complesso monumentale di San Paolo d’Argon, in provincia di Bergamo. Dal 2018 è progettista culturale per conto del comprensorio turistico bergamasco di “Terre del Vescovado”. Diversi sono, inoltre, i progetti di valorizzazione territoriale turistico-culturale ha cui lavorato e lavora, con specifiche attività sull’area di Brindisi, Basilicata, Calabria grecanica e locridea, Sud-Est della Sicilia.

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